SANT'ELENA IMPERATRICE PATRONA DI CASAPESENNA

Di Flavia Giulia Elena Augusta, madre di Costantino il Grande, imperatore, i dati biografici sono molto scarsi e incerti. E’ nata verso la metà del III sec (secondo alcuni autori è nata verso il 247 e morta verso il 327/330 d.C., mentre secondo altri è nata verso il 225 e morta il 335), a Drepanum in Bitinia (attuale Turchia). Nascendo in questa lontana regione dell’Impero Romano, Elena non apparteneva ad una illustre famiglia, ma ad un umile, figlia di un oste pagano e lei stessa “stabularia” (cioè ostessa) come afferma chiaramente Ambrogio per tre volte “stabularia” virtuosa e, in un altro capitolo Elena di < Sanctae memoriae >. E mentre svolgeva tale lavoro, fu presa in moglie da Costanzo Cloro di passaggio per Drepane con l’esercito di Valeriano.
Verso il 271 – 275, dalla loro unione nacque Costantino nella città di Naisso ( oggi Nìs, attuale Jugoslavia). Nel 306 Costantino succeduto al padre richiamò Elena a corte dove lei divenne molto influente . Con la battaglia sul ponte Milvio Costantino riesce a vincere ogni resistenza nemica ed avviarsi ad essere l’unico sovrano dell’Impero. Alla vigilia del 28 ottobre del 312, in cui sconfigge Massenzio sul famoso ponte, si pone l’altrettanto nota visione descritta da Esebio nella “Historia Ecclesiastica” e nella “Vita Costantini”, in cui Costantino avrebbe avuto la visione di una croce col motto in hoc signo vinces cioè con questo segno vincerai e successivamente un sogno in cui avrebbe visto Gesù Cristo. Dopo la battaglia del ponte Milvio si ha, nel 313, l’editto di Milano con cui si estendeva a tutto l’impero la libertà di onorare qualsiasi divinità e di praticare qualsiasi religione. Con questo editto di tolleranza il cristianesimo, grazie a Costantino, poteva essere liberamente professato e diffondersi in tutto il mondo romano.
Essendo ormai unico imperatore dal 324 (e lo sarà fino al 337) con i suoi pieni poteri Costantino indice nel 325 il concilio di Nicea contro Ario (che negava la Divinità di Cristo), con la sua conseguente condanna. Per la sua nomina ad Augusta, Costantino fece coniare l’immagine della madre su molte monete e fu onorata sommamente. Avendo poi ogni libertà di soddisfare con autorità ogni suo desiderio, mentre si recava in Oriente, Elena distribuiva innumerevoli doni alle popolazioni delle singole città,ai poveri, agli indigenti, agli eserciti; liberava i prigionieri, richiamava in patria gli esuli.
Ma non dimenticava delle chiese che faceva abbellire e arricchire di doni. Visse esemplarmente, praticando le virtù cristiane, ma soprattutto la carità, e fu tanto umile che si mescolava alla folla vestita modestamente, mentre partecipava alle sacre funzioni. In questo suo peregrinare, dopo il 326-327, Elena intraprese un pellegrinaggio in Palestina per visitare i luoghi santificati dal Redentore. Vi si trattenne per circa due anni, durante i quali fece costruire diverse chiese, tra cui quella della Natività a Betlemme, che l’imperatrice santa volle abbellire e adornare perché in quel luogo la Madre di Dio diede alla luce il Salvatore del mondo, e la basilica dell’Ascensione sul monte degli Ulivi a Gerusalemme, in seguito adornata e abbellita da Costantino.
Un’altra basilica costruita dal figlio imperatore su ispirazione materna sarà in seguito quella dell’Anastasis (Risurrezione) nel luogo in cui Gesù Cristo Redentore vinse la morte. Una tradizione della fine del IV sec., conosciuta da diversi padri della Chiesa, riferisce che Elena insieme al Vescovo di Gerusalemme Macario avrebbe ritrovato la croce su cui fu crocifisso Gesù e lei avrebbe spinto il figlio Costantino a costruire la basilica della Risurrezione o Santo Sepolcro.
Sant’Ambrogio parla espressamente ed esplicitamente del ritrovamento della Croce, compiuto da Elena, perché spinta dall’amore verso il Signore; la stessa cosa afferma San Paolino da Nola. Avendo ormai condotto a termine la sua missione terrena, Elena morì ad 80 anni circa, verso il 328, cioè subito dopo il viaggio compiuto in Palestina, stretta tra le braccia del figlio e dei nipoti. A molti sembrò che quella donna tre volte benedetta non fosse morta, ma fosse passata immediatamente dalla terra al cielo. Tanto fu l’onore e la gloria tributatale dal figlio e dai popoli che fu subito onorata come santa e concittadina del cielo.
Il suo corpo fu deposto nella Chiesa dell’Ara Coeli a Roma da Innocenzo III verso il 1140. Al pari delle sue reliquie, il culto di S. Elena si diffuse rapidamente in Oriente e in Occidente. Il giorno della sua festa in Occidente è il 18 Agosto; in Oriente il 21 Maggio.
Per quanto riguarda il culto popolare, S.Elena generalmente è considerata la protettrice dei fabbricanti di chiodi e di aghi, probabilmente in considerazione del fatto che insieme alla croce di Cristo ritrovò i tre chiodi della passione, con i quali fece fondere per sé una corona e un morso di cavallo di suo figlio imperatore. Poiché riuscì a trovare la vera Croce, il suo aiuto è ritenuto efficace per chi cerca oggetti smarriti. E’ invocata contro la bufera, il fuoco, l’epilessia e il cancro.
Nell’iconografia medioevale e nell’arte rinascimentale e barocca, Elena è raffigurata con il manto e la corona regali, in piedi vicino ad una croce grande, accanto alla quale, dall’altro lato, si trova il solito Costantino o un gruppo di Santi.
E’ patrona di Ascoli Piceno e Pesaro; e venerata a Colonia, Treviri e Bonn in Germania; ad Elne in Francia (originariamente Castrum Helenae), a Roma in S. Croce in Gerusalemme e in Santa Maria Aracoeli.
E’ patrona di Casapesenna (Caserta) ove è festeggiata solennemente insieme alla Madonna Assunta dal 15 al 18 Agosto. Ed è molto venerata non solo dal popolo di Casapesenna, ma anche dai paesi vicini che accorrono numerosi nei giorni della sua festa. Per l’amore e la devozione a questa Santa, il parroco Don Salvatore Vitale compose degli inni molto belli: “Dell’albergo di Drepane” e “Una grazie imperatrice”cantati nel periodo della festa. Inoltre il 20 luglio 1985 fu collocata una bellissima statua in marmo di S. Elena sull’estremità della facciata della Chiesa.