Calimera: la città del sole. Ovvero “Kalimeriti-Ambrò Pedia”.
Qualche tempo fa, costretto a letto dall’influenza, trasognato da una lettura nel dormiveglia (lettere dalla Kirghisia di Agosti) e in preda a delirio febbrile, ho avuto una visione: ho vissuto un istante indefinito, senza luogo e tempo, di “benessere assoluto”. Integrazione totale di mente, corpo e spirito con l’habitat della scena. Ho intuito come un luogo (o un non luogo), determini i suoi abitatori e come essi stessi determinino i luoghi che vivono in un feedback virtuoso o immorale. Al risveglio, piacevolmente turbato dal sogno, sono riaffiorate, da qualche anfratto della mente, reminiscenze filosofico-scolastiche: sprazzi della “Repubblica” di Platone, frammenti della “Citta del sole” di Campanella.
Un po’ per assonanza (Calimera significa bel luogo, il simbolo del paese è il sole), un po’ per amor patrio, ho immaginato di vivere in una comunità ideale, in grado di soddisfare i bisogni e i sogni dei suoi abitanti: così è nato “Kalimeriti-Ambrò Pedia”.
E’ un gruppo del noto social network Facebook: “Kalimeriti” è il nome “grico” degli abitanti di Calimera, “Ambrò Pedia” (Avanti Ragazzi) è il capoverso con cui Vito Domenico Palumbo, in un testo del 1906, esortava il popolo, che si ribellava alle ingiustizie dei padroni, ad andare avanti sostenendo che uniti si vince e che solo la conoscenza apre le strade della vita.
Il gruppo, in un breve periodo, ha raccolto un folto numero di Kalimeriti. Anche chi a Calimera non vive ha provato il piacere dell’appartenenza, della vicinanza, anzi, della presenza: le distanze si sono annullate. Ognuno con la propria sensibilità, esperienza e competenza, ha contribuito a dare corpo, ragione e spirito a questa città ideale. Così “Kalimeriti-Ambrò Pedia”, nato senza un preciso progetto, ha cercato la sua strada e, per continuare la metafora della città, ha generato una sorta di piazza virtuale, rappresentata da un ricco archivio di documenti audio-visivi, sintesi aperta, storico-sociologica, del nostro paesello dai primi del novecento ad oggi.
In questa piazza si sono materializzati scenari di vita quotidiana: battesimi, matrimoni, funerali, e ancora, strade con il vociare di bimbi che giocano, venditori ambulanti che presentano la loro mercanzia, insegnanti e scolaresche, uomini e donne che lavorano. Uno dietro l’altro e uno dentro l’altro un susseguirsi di volti, personaggi, eventi dentro i quali ci riconosciamo e che hanno determinato ciò che oggi siamo. Stimolati dalle immagini e dai documenti, i membri del gruppo hanno narrato ricordi, sviscerato pensieri, elaborato riflessioni sul passato, ma anche partecipato eventi, condiviso emozioni e commentato momenti belli e brutti dell’attuale vivere Calimerese. I post di “Kalimeriti” sono il diario del paese, bacheca di pensiero, almanacco dei nostri giorni, uso virtuoso di uno strumento virtuale. “Kalimeriti” ha intercettato la necessità di raccontarsi, di scavare intorno alle proprie radici per ricostruire una memoria collettiva e affermare una identità culturale. Non esercizio nostalgico, ma interazione di passato e presente in una democrazia senza tempo, consapevolezza che collettività è l’insieme di molti individui, che l’identificarsi dell’uno nel suo insieme, libero da convenzioni generazionali e conservando la propria singolarità, consente di offrire ed accogliere l’immensa ricchezza di ogni vita e di tutte le vite che in ogni vita sono contenute.
Purtroppo, il confronto con la realtà è estremamente sconfortante: viviamo in luogo sporco, caotico, dove i rapporti umani sono guasti, le automobili sovrastano incontrastate gli spazi urbani, camminare o andare in bicicletta è un pericolo costante che impedisce di guardare negli occhi le persone. I falsi bisogni, generati dalla logica del consumo, del profitto e della produzione, mascherano le vere voglie di ognuno: il desiderio di salute, di aria pulita, di cibo buono, del silenzio, di pace, di amore. Le istituzioni, locali regionali e nazionali, sono insensibili ai bisogni reali della gente inseguendo lo spread e i bilanci economici, giustificando goffamente il fallimento di un sistema di vita, sciorinando numeri e statistiche, affidando a una finale di calcio al maxischermo 3D la soluzione di tutti i mali.
Emerge, nell’accezione di emergenza, il bisogno, di creare un habitat giusto, che interagisca piacevolmente con lo spirito, la mente e il corpo e determini positivamente il comportamento degli uomini e donne che lo vivono. E’ fondamentale il contributo di ognuno: un benefico passaparola che favorisca l’incontro della città virtuale con la vita reale, che i Kalimeriti utilizzino la piazza di FB come propulsore per trasformare veramente la piazza del Sole. “Kalimeriti” potrebbe essere, una piattaforma di discussione che indichi percorsi inesplorati, presenti nuovi progetti e crei nuovi spazi, punto di incontro e confronto, libero da qualsiasi appartenenza. Un esperimento di democrazia partecipata che, superando la dimensione virtuale oltrepassi una logica di schieramenti contrapposti e tenda verso “l’utopia concreta” della piena realizzazione dell’individuo nella collettività.
Mi piacerebbe insomma, se questi tempi “poveri” fossero l’avvio di una “decrescita felice”, utilizzando nuovi mezzi per obiettivi antichi. Credo che ogni essere umano meriti un modello di vita conforme ai propri desideri più intimi ed inconsapevoli, una speranza quotidiana, un ritorno ai bisogni essenziali e primari. Mi piacerebbe condividere la gioia e l’orgoglio di una comunità creativa, partecipe delle decisioni e non spettatrice passiva ed ignara di scelte dissennate, comunità che vuole e deve andare avanti cambiando direzione, ritrovando nel nostro “povero” passato la ricchezza del futuro. Ambrò Kalimeriti. Ambrò pedia!!!
Renato Colaci